Tra il 1950 e il 1960 il Sud Italia, il luogo da cui provengo, è stato visivamente studiato, classificato e giudicato da un gruppo di antropologi, cineasti e fotografi. Questo processo, iniziato dal famoso etnografo Ernesto De Martino, ha avuto come risultato la convinzione che la nostra cultura fosse arretrata, ignorante e completamente dominata dall’irrazionalità e dalla religione. Questo progetto multimediale comprende due corpi di lavoro principali: uno consiste nella manipolazione di materiali d’archivio prodotti intorno agli anni ’50 e ’60 del secolo scorso dai fotografi e videomaker appartenenti alle “spedizioni scientifiche” di De Martino.
A tal fine intervengo sulle immagini utilizzando tecniche fotografiche come la manipolazione digitale e analogica, la pittura dei negativi o la loro perforazione: il mio scopo è quello di reintrodurre nelle immagini l’aspetto magico e rituale cancellato dall’approccio scientifico dei fotografi. Dall’altro lato, sto documentando con la mia macchina fotografica i rituali che ancora esistono nel Sud Italia.
Il mio scopo non è quello di creare un nuovo catalogo antropologico delle celebrazioni, ma di costruire una diversa narrazione visiva delle nostre radici per cambiare la percezione del nostro passato e costruire un nuovo immaginario del nostro futuro. Come ha detto Byung-Chul Han: “Riti e cerimonie sono autentiche azioni umane in grado di far apparire la vita in modo festoso e magico, mentre la loro scomparsa la dissacra e la profana, rendendola mera sopravvivenza”.
L’occhio fotografico ha spiegato il mondo come un discorso, mentre la vita rituale è l’opposto: significanti senza significati In questo progetto in corso sto cercando un cosmo di simboli, archetipi, emozioni che possano far sentire il significato interno della cultura del Sud Italia.
Alessia Rollo è un’artista visiva nata nel Sud Italia nel 1982. Si forma a Madrid presso la scuola Efti dove nel 2009 consegue un master. La sua ricerca artistica si concerta su tematiche sociali legate alla rappresentazione di gruppi o individui nella società contemporanea ed è legata soprattutto all’area del Mediterraneo. Nei suoi progetti ibrida diversi generi fotografici mescolando il documentario con altri linguaggi visivi. I suoi lavori sono spesso orientati ad espandere un senso di comunità attraverso la riappropriazione di storie, memorie e materiale visivo. I suoi progetti sono stati esposti in mostre personali e collettive in vari paesi del mondo tra cui: Fotografia Europea, Museo di fotografia di Helsinky, Athene Photo Festival, Unseen, PhotoLondon, Phest, Triennale di Milano, “Shangai Photofestival”. Ha svolto numerosi progetti e residenze tra cui: 2018 European Eyes on Japan in Giappone: 2018 Istituto Italiano di Cultura: 2019 Festival Der Regionen: 2020 Via Silva in Francia e vinto premi come il PhMuseum Women Grant nel 2022. Tra le sue pubblicazioni: “Fata Morgana”, “An endless day” e “Queer è ora”.
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