Il concept di questo progetto si avvicina ai temi della trasmigrazione ed esplora le varie ragioni che la causano; che si tratti di sfollamenti forzati in comunità che stanno vivendo una crescente gentrificazione o siano esse in fuga da conflitti, o semplicemente siano persone alla ricerca di nuove opportunità, finanziarie o di espressione personale.
La serie affronta una prospettiva astratta sul reinsediamento mescolando materiale documentaristico con composizioni create ad hoc. Queste installazioni mostrano una collezione di oggetti simbolici della vita e del viaggio di ognuno. Con oggetti utilizzati provenienti da luoghi di abbandono, analizziamo come l’individuo ha vissuto e come una vita di accumulo deve essere abbandonata nella ricerca di una nuova vita. Le modalità di spostamento, siano attraversando l’acqua o su una motocicletta, sono un tema presente in tutta la serie che illustra come le persone trasportano fisicamente le loro vite, le loro famiglie e i loro ricordi attraverso il loro passaggio.
Rappresentano le lotte di tutte le persone alla ricerca di una vita migliore. “L’elemento documentario è ispirato da un mix di osservazioni, storie personali e viaggi derivanti dalle esplorazioni di Olgaç. Visitando quasi 50 paesi, Olgaç ha documentato le sue osservazioni in luoghi con storie complesse, concentrandosi maggiormente sul Medio Oriente, sull’Asia e su Cipro, un paese ancora diviso nell’Unione Europea. Olgaç non aveva alcuna conoscenza dell’inglese quando si è trasferito dalla Turchia nel Regno Unito nel 2009. Dopo essere tornato nel suo paese d’origine per un anno nel 2018 (lo stesso anno in cui è iniziato questo progetto), è stato costretto a chiedersi perché lui e altri come lui si sentano obbligati a spostarsi da un luogo all’altro. Lavorando con lo stilista di origine nigeriana Raphael Hirsch – i due si sono incontrati poco dopo essere arrivati nel Regno Unito – Olgaç ha unito le loro simili storie di sradicamento delle loro vite e le loro lotte comuni, e così hanno costruito assieme il concetto di CASA”.
Nato in Turchia, Olgaç è un fotografo che vive a Londra. La sua educazione a Konya durante gli anni dello sviluppo ha influenzato largamente il suo lavoro odierno, rendendo l’esplorazione dell’identità culturale un tema ricorrente nel suo linguaggio visivo. Dal 2015 Olgaç ha viaggiato in tutta l’Asia, il Medio Oriente e alcune zone dell’Africa per sfidare le nozioni egemoniche occidentali di bellezza e individualità personale. Esplora il mondo dei suoi soggetti fotografandoli frequentemente in contesti personali. Il suo percorso formativo in teatro ha plasmato il suo approccio posato-documentaristico.
Olgaç è stato nominato tra i Talent 2022 di Foam; nel 2019 è stato selezionato tra i fotografi “Ones to Watch” dal British Journal of Photography, affermando che “Bozalp è in prima linea nel movimento per diversificare la cultura visiva, introducendo nuove idee di genere, bellezza e razza”. È apparso nel numero “Element of Style” di Aperture del 2017, che ha indagato il ruolo dello stile, della moda e della bellezza nella formazione dell’identità individuale. Nel 2023 ha tenuto due mostre personali al Foam Museum di Amsterdam e ha partecipato a diverse mostre collettive presso diverse istituzioni tra cui la National Portrait Gallery di Londra, la Deutsche Börse Photography Foundation, Aperture Gallery, la Sharjah Art Foundation e il Odunpazari Modern Museum.
Il suo lavoro è stato pubblicato anche da M Le Monde, A Magazine Curated by, Dazed, Atmos, T Magazine e ha lavorato con clienti come Balenciaga, Hérmes, Carven, Hugo Boss, Alexander McQueen, Camper, GmbH, Dilara Fındıkoğlu e Zegna.
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